NANOF - NANOF
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NANOF è una società di produzione indipendente, fondata da Filippo Macelloni e Lorenzo Garzella nel 2001. Si occupa di cinema, documentari, progetti crossmediali, cortometraggi, installazioni, web series, realizzazioni televisive, video aziendali. Sviluppa progetti su temi legati alla società contemporanea, la cultura, lo sport, l’arte, la storia, mirando al coinvolgimento di un pubblico ampio attraverso un approccio creativo e sperimentale.

NANOF ha realizzato, in proprio, in co-produzione o come produzione esecutiva, numerosi progetti cinematografici e televisivi distribuiti in Italia e a livello internazionale. Fra gli altri: Storia di B. – la scomparsa di mia madre (di B.Barrese, in concorso al Sundance Film festival 2019); Storie di Altromare – omaggio a Antonio Possenti (di L.Garzella, Sky Arte HD, 2018 ); Bambini nel tempo (di F.Macelloni, Rai Teche/Rai Cinema 2015); Il Mundial dimenticato (di L.Garzella e F.Macelloni, Mostra del Cinema di Venezia 2011, JP Cinema 2012), L’uomo che sparava dritto (di F.Macelloni, Rai Uno, 2013), Rimet – l’incredibile storia della Coppa del Mondo (di Garzella- Macelloni-Meneghetti, Rai/Rcs 2011), La mia squadra (di L.Garzella, Rai Uno, 2010), Silvio Forever (di F.Macelloni e R.Faenza, LuckyRed/La7, 2009), Occhi su Roma (Rai Cinema, 2008), oltre a molte smonografie e serie Home Video per i principali gruppi editoriali nazionali e internazionali (RCS, Mediaset RTI, Rai, TP&Associastes, Fifa, Rizzoli).

Fra i progetti crossmediali, che combinano istallazioni interattive, tour con realtà aumentata, tour virtuali a 360°, eventi-live di storytelling, progetti web, proiezioni itineranti con la cine-bicicletta e il cine-battello, app per Ios e Android: Arno66 sull’alluvione di Firenze del 1966 (2016/2018), Oltre le Generazioni (nell’ambito del festival delle Generazioni, 2016/2017), Firenze in Guerra “(2014-2015), Pisa e la Guerra / Memorysharing (in collaborazione con Acquario della Memoria, 2014-2017).

Con sedi a Roma e Pisa, NANOF lavora in tutta Italia e in progetti internazionali, grazie a un’estesa rete di collaborazioni con società e professionisti nei diversi settori della produzione audiovisiva e crossmediale.

WHY NANOF

Il nome della società si ispira a uno degli pseudonimi di Oreste Fernando Nannetti, esempio estremo di come la creatività possa superare qualsiasi muro, confine o grammatica, e di come sia difficile stabilire frontiere precise fra follia, arte e voglia di comunicare.

NANnetti Oreste Fernando, noto anche come N.O.F.4 o NANOF (Roma, 31 dicembre 1927 – Volterra, 24 novembre 1994), è stato un pittore e graffitista italiano. Durante la reclusione presso l’ospedale psichiatrico di Volterra (1958-1973), fu autore di un ciclo di graffiti considerato un capolavoro dell’Art Brut, realizzato incidendo l’intonaco con la fibbia della sua uniforme da “matto”. Nannetti – oltre a produrre visionari disegni a biro su carta – scrisse un gran numero di lettere e cartoline a parenti (per lo più immaginari), firmandosi con le sigle “Nanof”, “Nof” o “Nof4” e definendosi, senza soluzione di continuità, “astronautico ingegnere minerario”, “colonnello astrale”, “scassinatore nucleare” o “Nannettaicus Meccanicus – santo della cellula fotoelettrica”. Le serie di graffiti nell’ex istituto di Volterra (ora dismesso e in rovina) sono due. Un ciclo, lungo 180 metri e alto in media due, correva intorno alle pareti del cortile dell’istituto. Un altro, lungo 102 metri e alto in media 20 centimetri, occupava il passamano in cemento di una scala. I due cicli erano organizzati come un sorta di racconto per immagini. Attualmente stanno lentamente scomparendo per mancanza di cura, nonostante qualche tentativo di salvataggio e di restauro.

I graffiti di Nanof combinano elementi di vita quotidiana con visionari racconti fantascientifici spesso incoerenti o di difficile interpretazione. Sono stati scoperti, decrittati e trascritti nel 1980, grazie allo scultore Mino Trafeli.

Fra i testi è possibile leggere:

  • «io sono un astronautico ingegnere minerario nel sistema mentale»
  • «il vetro le lamiere i metalli il legno le ossa dell’essere umano e animale e l’occhio e lo spirito si controllano attraverso il riflessivo fascio magnetico catotico»
  • «amo il mio essere materiale come me stesso»

Nei suoi racconti Nanof afferma di poter comunicare telepaticamente con alieni “alti, spinacei, naso ad Y” e narra la conquista di mondi sconosciuti e terribili guerre combattute con armi altamente tecnologiche, nella narrazione si intrecciano magie alchemiche e selve di tralicci metallici e antenne.

Nanof da giovane

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